Daniela Ardiri è nata a Catania nel 1984; oggi vive e lavora a Milano. Dopo aver completato, nel 2008, il suo percorso di studi presso l’Accademia di Belle Arti di Brera sviluppa una personale ricerca estetica dove il suo personale vissuto si apre alla sfera poetica e una delicata e tattile relazione con il mondo. Fresca vincitrice del Premio Marco Bastianelli, attraverso un uso elegante dei media realizza una narrazione in cui la memoria è riattivata da piccoli particolari che apro orizzonti profondi verso mondi emotivi e visuali.
Da quanto tempo fai l’artista e quali differenze noti fra i tuoi esordi e oggi?
La consapevolezza di essere un artista cresce con noi, con il nostro corpo. Da bambini ci guardiamo allo specchio e impariamo a riconoscerci, nell’adolescenza iniziamo a percepire, ingombranti o piacevoli, le nostre caratteristiche fisiche. Si nasce sapendo di essere artisti così come si sa di avere la pelle bianca, il naso lungo, i capelli ricci.
Ho sempre difeso il mio essere artista ma fare l’artista è stato il passo successivo, quello che mi ha permesso di diventare definitivamente una persona adulta. Per questo motivo, negli ultimi anni ho deciso di tagliare con tutto ciò che mi impedisce di dedicarmi all’arte e di limitare le perdite di tempo. Oggi l’arte è al primo posto nella mia vita e finalmente mi sento felice, i miei piedi si appoggiano su un terreno solido come la volontà di proseguire nella mia ricerca.
Quali tematiche trattano i tuoi lavori e che progetti hai in programma?
I miei lavori, da sempre, rivolgono lo sguardo al mio vissuto personale. Lo spunto è la fotografia di archivio, della quale, tramite il disegno, analizzo alcuni dettagli. Dettagli che poi abbino a tessuti anch’essi provenienti dalla mia famiglia. Mi interessa indagare il funzionamento della memoria, come un ricordo viene modificato dal tempo e dalle esperienze personali e non è mai nitido. Questo progetto è nato da Auguri, un libro autoprodotto in tiratura di trenta copie del quale ho realizzato da poco la seconda edizione. Auguri mi ha regalato tantissime soddisfazioni, fra le quali l’aver vinto il Premio Marco Bastianell, e mi ha permesso di proseguire la mia indagine.
Per quanto riguarda i miei programmi, settembre mi vedrà molto impegnata nella partecipazione a un festival di fotografia vicino Roma e nella finale del Premio Cramum, a Varedo, ma non voglio anticipare troppo. Sono molto contenta del mio lavoro e dei riconoscimenti che sta ricevendo.
Come ti rapporti con la città in cui vivi?
Da diversi anni ho scelto di vivere a Milano, una città che può togliere molte energie ma che, una volta trovato il proprio equilibrio, offre tantissimo. In questi anni ho visto decine di mostre, partecipato a workshop ed eventi culturali di ogni tipo e conosciuto molti artisti e gente del settore. Alcune delle persone incontrate sono diventate amici insostituibili, grazie a loro sono cresciuta molto. Rispetto al luogo in cui vivo, il fattore fondamentale, per me, è non annoiarmi, anche se in questi ultimi mesi il lavoro sta assorbendo gran parte del mio tempo so che le possibilità non mancano e che c’è sempre qualcosa da fare.
Cosa pensi del sistema dell’arte contemporanea?
Il sistema dell’arte è molto difficile da definire, me lo immagino come una struttura costituita da diversi piani divisi per settori, ognuno dei quali ha diversi livelli, si può scegliere in quale settore entrare ma il livello in cui verremo collocati può non dipendere dalla nostra volontà e dal nostro impegno. A volte è la forza di un lavoro a determinare fin dove possiamo arrivare ma è anche vero che questo lavoro deve saper coniugare la capacità di stupire e l’esigenza di mercato.
Di quale argomento, oggi, vorresti parlare?
Immagino che la mia risposta a questa domanda risulterà stridente, se potessi mi occuperei di temi legati alla politica e ai problemi della nostra società. Probabilmente, quella che stiamo vivendo è una situazione globale che non riguarda solo l’Italia; il ritorno di alcuni stereotipi e l’abbassamento culturale a cui stiamo assistendo non mi lasciano indifferente.
A cura di Marco Roberto Marelli
www.daniela-ardiri.jimdosite.com
Instagram: danielaardiri
Caption
Daniela Ardiri – Courtesy l’artista
Daniela Ardiri, 1980 (particolare), 2018 – Graphite on paper, fabric, 70x34cm – Courtesy l’artista
Daniela Ardiri, Auguri, 2018 – Tiratura 30 esemplari, dimensione 14,8 x 20,7 cm, stampa digitale su carta shiro echo bianco 120 gr e carta da lucido, bross – Courtesy l’artista
Daniela Ardiri, 1974, 2018 – Graphite on paper, fabric, 55x49cm – Courtesy l’artista