Five questions for ConiglioViola

ConiglioViola, duo di artisti formato da Brice Coniglio e Andrea Raviola, si distingue nel panorama artistico italiano per l’utilizzo di differenti tipologie di media digitali, dalla videoart al teatro multimediale, dalla musica elettronica alla performance, dalla net.art alla fotografia.

Dall’avvento dell’era delle nuove tecnologie i progetti di ConiglioViola si sono sviluppati attraverso un totale eclettismo, che pone in dialogo differenti linguaggi legati alla creatività contemporanea, in continuo sviluppo con i mezzi concessi dalle nuove tecnologie.

Tra i progetti più importanti l’Attacco Pirata alla Biennale di Venezia del 2007 a cui fa seguito, nel 2009, Sono un pirata / Sono un signore, mostra antologica proposta al PAC Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano, istituzione che decise di aprire per la prima volta le porte a un artista giovanissimo, inaugurando una grande personale che raccontava tutto il mondo di ConiglioViola fino a quel momento.

A distanza di otto anni dall’incursione al PAC, ConiglioViola torna a Milano con il progetto Le notti di Tino di Baghdad sotto la curatela di Kaninchenhaus, trasformando lo spazio urbano in un “cinema diffuso”, a partire dalla sede dello Studio Museo Francesco Messina e portando l’esperimento in altre dieci sedi della città.
Il duo artistico mette a frutto “un esperimento post-cinematografico di arte pubblica che combina l’utilizzo di nuove tecnologie, quali la Realtà Aumentata, con il recupero di tecniche tradizionali: dalle incisioni su rame al Teatro delle Ombre” partendo dall’opera letteraria Le notti di Tino di Baghdad (1907) di Else Lasker-Schüler.


Da quanto tempo siete un duo di artisti e quali differenze notate fra i vostri esordi e oggi?

Dal 2000. A parte i vantaggi dati dalla notorietà rimane l’incredibile ritardo culturale del sistema italiano nel recepire progetti che non siano immediatamente catalogabili. La tanto vagheggiata cross-disciplinarietà invece che essere un moltiplicatore di esperienze e opportunità ci rende spesso difficile comunicare le nostre progettualità. Nonostante questo, ci dà una misura di libertà a cui mai potremmo sottrarci.

ConiglioViola
“Il fachiro di Tebe” 2017 (dettaglio) – courtesy ConiglioViola

Quali tematiche trattano i vostri lavori e che progetti avete in programma?

I nostri più recenti progetti indagano la possibilità di utilizzare le “nuove” tecnologie per dare corpo a teorie artistiche e letterarie del secolo passato. In particolare tanto con Le notti di Tino di Bagdad quanto con il nuovo UlyssesNow (vincitore del Bando ORA! di Compagnia di San Paolo. Per maggiori info www.coniglioviola.com) utilizziamo i nuovi strumenti che la tecnologia ci offre per dare corpo a degli inediti esperimenti di narrazione che ridisegnano lo spazio pubblico.

Come vi rapportate con la città in cui vivete?

Torino è un’ottima città-laboratorio. Nonostante il rapporto consolidato e la fiducia accordataci tanto dall’Amministrazione comunale quanto dalle principali fondazioni bancarie che operano sul territorio, è molto difficile che la progettualità indipendente venga premiata nella capitale sabauda. Per esempio, per tutte le istituzioni artistiche cittadine (salvo l’eccellente Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli), ConiglioViola rimane un alieno di difficile collocazione. Tutte le gratificazioni che abbiamo ottenuto le abbiamo raccolte a Milano, città che per mentalità e vocazione rimane sempre aperta alle novità e disponibile a premiarle.

ConiglioViola
“Le notti di Tino di Bagdad” 2017 – videostill dal film in realtà aumentata – courtesy ConiglioViola

Cosa pensate del sistema dell’arte contemporanea?

È un “sistema” noioso e autoreferenziale. Poco interessato ai contenuti e molto alle opportunità individuali, che derivano dalle relazioni. L’esempio più lampante è costituito dalle redazioni di alcune testate/blog specializzati. Consapevoli del funzionamento del sistema rinunciano volontariamente alla possibilità di “fare critica” e pubblicano le recensioni esclusivamente sulla base dei rapporti da coltivare. Un circolo vizioso che, se da un lato è premiale per chi entra “nel giro”, contribuisce a rendere via via più asfittico il paesaggio artistico.

Che domanda vorreste vi facessi?

Siamo a posto così, grazie della chiaccherata 🙂

www.coniglioviola.com

Immagine di copertina courtesy of ConiglioViola


Intervista a cura di Alessia Cuccu per FormeUniche