Andreas Burger nasce nel 1967 a Merano, comune italiano posto a brevissima distanza dal confine austriaco, e oggi vive e lavora a Berlino. Dopo aver studiato scultura all’ Akademie der Bildenden Künste di Vienna intraprende un affascinante percorso estetico che alla profonda concettualità, molte volte vicina alla critica sociale, affianca una ricerca stilistica volta verso una delicata eleganza che conduce a un’appagante sintesi fra bellezza e pensiero.
Da quanto tempo fai l’artista e quali differenze noti tra i tuoi esordi e oggi?
Faccio l’artista da trent’anni, ho studiato scultura alla Akademie der Bildenden Künste a Vienna. Come approccio creativo ho sempre affrontato i lavori elaborando un concetto e trasformandolo con diversi media. Fin dai primi esordi le mie opere sono state molto differenti giocando con i materiali e sviluppando una poetica spesso ironica.

Quali tematiche affrontano i tuoi lavori e che progetti hai in programma?
Molti dei miei lavori sono di sottile critica sociale, qualcosa che porti lo spettatore a riflettere, a porsi degli interrogativi sui sistemi, sulle regole vigenti all’interno della nostra società consumistica. Un esempio è l’opera Due metri dove a un semplice metro di legno sono state cancellate le unità di misura.
A novembre sarò ad Artissima a Torino con un Solo Project realizzato insieme alla galleria Loom di Milano dove presenterò diversi lavori realizzati negli ultimi anni. Sto inoltre preparando una mostra personale con nuove opere a Berlino e una in Alto Adige, entrambe si realizzeranno tra il 2016 e il 2017.
Come ti rapporti con la città con cui vivi?
Il giorno in cui Berlusconi è stato eletto ho lasciato l’Italia e sono andato a vivere a Berlino dove attualmente vivo. Berlino per me è una città tranquilla, dove mi sento libero, anche perché molta della gente che ci vive si fa i fatti suoi. A parte il clima infausto d’inverno c’è molto fermento culturale anche per la grande quantità di artisti internazionali e di ambienti underground. Certamente negli ultimi anni, purtroppo, sta cambiando velocemente per colpa della centrificazione. Per quanto mi riguarda ho la fortuna di far parte di un project space fondato da artisti che si chiama Meinblau e che ancora resiste a questo fenomeno di speculazione selvaggia.

Cosa pensi del sistema dell’arte contemporanea?
Ho difficoltà a rispondere. Come tutti gli altri sistemi c’è una grande disparità tra ricchezza e povertà sia dal punto di vista culturale che economico. Bisognerebbe ridistribuire meglio le risorse e incoraggiare le persone a essere più curiose e non perdersi nelle mode.
Che domanda vorresti ti facessi?
Come mai la maggioranza del pubblico delle mostre guarda le sculture solo frontalmente?
Spesso mi capita di vedere mostre con le sculture esposte troppo vicino ai muri, questo ha allontanato una buona parte del pubblico a fruire a 360 gradi le opere.
Intervista a cura di Marco Roberto Marelli per FormeUniche