Five questions for Andrea Carpita

Andrea Carpita nasce nel 1988 e oggi vive e lavora a Carrara. Andrea Carpita nasce pittore, eleganza innata e profonda capacità di cogliere il sentire culturale ed estetico dell’epoca in cui vive lo conducono da una figurazione sporca, in linea con gli artisti della sua generazione, che guarda al Giappone verso una progressiva riduzione del dato sensibile fino ad arrivare a una pittura da zen affettuoso dove morbide superfici ospitano i segni minimi di una presenza. Fra i migliore operatori estetici a livello internazionale, la sua ricerca porta verso il limite, verso i limiti della percezione, verso i limiti fra astrazione e figurazione in un farsi dell’immagine che si genera per sineddochi.



Da quanto tempo fai l’artista e quali differenze noti fra i tuoi esordi e oggi? 

Se ci penso, mi rendo conto che è passato molto da quando ho iniziato a dipingere. Credo di avere avuto la grande fortuna di avere dei veri maestri ai tempi del liceo, persone appassionate, capaci di trasmettere il vero amore per la materia e devo davvero molto a loro.

In tutto questo tempo sono cresciuto, ho visto tutto ciò che ho potuto vedere fino ad ora e credo che il mio sguardo sia naturalmente maturato da allora, forse ho imparato a farmi meno domande e a lavorare con meno apprensione, ma questo è avvenuto non molto tempo fa.

Andrea Carpita
Minimum Portrait (Willem) – 25x35cm, oil mixed media and wax on linen, 2016 – courtesy Andrea Carpita

Quali tematiche trattano i tuoi lavori e che progetti hai in programma?

Non è semplice per me definire la mia ricerca, non perchè sia complicata, ma probabilmente perchè tento di definire più cose in un unica opera.

Ci sono molti tematiche che mi appassionano, anche apparentemente banali, per le quali provo un grande interesse e che credo valga la pena di approfondire.

Sono attratto dalla coesistenza di astrazione e figurazione e il mio lavoro attuale è una lotta continua tra questi due elementi, sono interessato dalla rappresentazione, e dagli infiniti modi di praticarla.

Infine, sono terribilmente attratto dalla pittura.

Come ti rapporti con la città in cui vivi?

Credo bene, sono consapevole dei limiti della mia città e dei limiti che ovviamente impone su di me, ma sono anche consapevole di ciò che mi da, tutto sommato, io vivo bene qua.

Andrea Carpita
Minimum Portrait 8 (Olga) –  110x150cm, oil mixed media and waz on linen, 2016 – courtesy Andrea Carpita

Cosa pensi del sistema dell’arte contemporanea? 

Come ogni sistema, il sistema dell’arte ha dei pregi e dei difetti che credo siano abbastanza chiari a tutti coloro che sono dentro e attorno a questo mondo, ma questa è una domanda difficile, complessa, non so davvero cosa rispondere, se devo essere sincero, molte dinamiche di questo molto mi provocano una certa allergia.

Penso che in Italia sia mancato per molto tempo un vero e proprio sistema dell’arte, ma credo che negli ultimi 5-6 anni ci sia almeno un tentativo in atto, di crearne uno.

Che domanda vorresti ti facessi? 

Con che cosa hai fatto colazione?

Uova strapazzate, spremuta di arancia e mandarino.


www.andreacarpita.tumblr.com


Intervista ad Andrea Carpita a cura di Alberto Pala per FormeUniche