Five questions for Francesco Lauretta

Francesco Lauretta  nasce  nel 1964 a Ispica (Ragusa) e dopo aver compito studi in ambito tecnico si trasferisce a Venezia dove si diploma nel 1989 presso l’Accademia di Belle Arti presentando una tesi su James Lee Byars, artista americano incontrato a Venezia. Trasferitosi nel 1991 a Torino, il suo percorso artistico lo conduce verso una pittura colta che si fa strumento, non esclusivo, per raccontare un mondo legato a valori antichi e ricco di una personale concezione della post-modernità.


Da quanto tempo fai l’artista e quali differenze noti fra i tuoi esordi e oggi?

Si accedeva al minuscolo vano con una scala di legno a pioli dove bambino andavo a dormire con i miei zii. Il tetto basso era formato da assi di legno e canne che sostenevano tegole. Una abat-jour illuminava l’angusto spazio. Le tegole erano toccate da muffe e macchie dai colori marroni vivaci, alcuni preziosi verdi e fili d’arancio. Su quelle macchie con un pezzo di gesso che staccavo dagli intonaci delle case del Ronco dei Vespri disegnavo inseguendo le forme, animali. Quegli animali erano l’alterità e mi conducevano lontano. In quel vano-culla, come le Grotte di Lascaux, davo esordio al mio mondo.
In breve gli anni ‘80, quelli del mio esordio responsabile, sono stati, come un poeta afferma lucidamente, gli anni della rucola e di Calà. Oggi lo spazio non è più postmoderno. Tutto è cambiato e viviamo un’epoca di transizione, Postum(i)ana l’ha definita Sloterdijk e mai come adesso l’arte è viva e vivace tanto che qualcuno definisce questa euforia come qualcosa che rassomiglia all’arte della seconda metà del XIX secolo.

Francesco Lauretta
courtesy Francesco Lauretta

Quali tematiche trattano i tuoi lavori e che progetti hai in programma?

Sono nato disegnando. Sono cresciuto realizzando installazioni. Poi il lungo calvario, ambizioso, di rivoluzionare la mia esistenza come pittore. Quasi euforia sarà la mia prossima personale. Esporrò una collana di quadri e un corpo che attraversa i miei trent’anni d’artista che sono la conquista e il raggiungimento di uno scopo che da tempo sognavo di superare. Da qui l’euforia per la bellezza di coniugare la teoria e l’applicazione pratica della medesima: sono un inesistenzialista e in questa nuova mostra sarò finalmente pittore.
Mi occupo di poesia, di morte per comporre cose future, di musica, di narrativa. Le tematiche sono intimiste: abito lo spazio strettissimo del tu e il tuo.

Come ti rapporti con la città in cui vivi?

Tutte le città dove sono andato a vivere le ho sentite di passaggio, per diversi motivi. Lentamente e con mille difficoltà ho formato storie ma so anche che la mia postura mi ha messo in difficoltà, ai margini dei luoghi privilegiati. Vivo in asincrono, in queste città ho vissuto sempre lateralmente, spesso ignorato. Ma poi mi innamoro di alcune vie, parchi e panchine, librerie, di alcuni giorni e perfino stagioni. Adesso vivo qui a Firenze, da alcuni anni. A parte una manciata di persone, nessuno sa dove lavoro, di cosa vivo. Sono qui ma sono come un fantasma, mi sento fantasma. Ogni tanto incontro un artista che mi domanda – sorpreso di vedermi ancora a Firenze – perché mai continuo a vivere qui, come faccio a resistere, perché non me ne vado.
Il vero rammarico nella mia mappa, unico, è quello di non aver vissuto all’estero. Ma questo è solo l’iceberg delle cose che non mi sono riuscite.

Francesco Lauretta
courtesy Francesco Lauretta

Cosa pensi del sistema dell’arte contemporanea?

Si potrebbe parlarne per ore ma alla fine, davvero, non so cosa pensare. Di questo sistema ammiro molte persone, persone che non mi conoscono. Ho rapporti con alcuni collezionisti mentre con i galleristi raramente l’intesa è stata positiva. Sono stato amico della Christian Stein che mi adorava: si faceva accompagnare a casa mia, mi scriveva lettere. E con Guido, Guido Carbone, eravamo fratelli.

Che domanda vorresti ti facessi?

Perché l’ultimo quadro dal titolo Ritrarsi lo hai firmato di rosso con Francesco H. ?

www.francescolauretta.it


Intervista a cura di Alberto Pala per FormeUniche