Fiorino e Gusmaroli: dalla materia alla sostanza

Si affaccia su Corso Buenos Aires, illuminata da una costellazione dalle grandi dimensioni. A intravedersi dietro questo cielo stellato istallato sul vetro, opera site specific dell’artista Riccardo Gusmaroli, la nuova sede di Circoloquadro.

Qui la ricerca dell’artista veronese, classe 1963, entra in dialogo con l’opera del giovane Andrea Fiorino (1990), andando a inaugurare lo spazio con una mostra in cui il rapporto fra luce e ambiente espositivo si fa centrale.

Ed è lo spazio nella sua accezione di cosmo che rientra tanto nelle tele di Andrea, quanto nelle istallazioni di Riccardo, incontrandosi su questo confine.

Artisti molto differenti, le cui opere precedenti sarebbero state di difficile accostamento, trovano il loro punto di contatto in un dialogo che va oltre il lavoro stesso, soffermandosi invece sulla sostanza, la sostanza dell’essere artista.

Dal confronto fra le diverse esperienze dei due artisti nasce infatti il rapporto tra le tele non intelaiate, presentate da Andrea, e le coperte termiche su velluto nero di Riccardo.

Entrambe le serie sono rappresentazioni di universi immaginati, al di là dell’esperienza. Mondi siderali indagati, da Fiorino, attraverso l’immagine simbolo della Pietra Nera: elemento fisico e segno dell’esistenza di una presenza soprannaturale, mezzo di connessione tra l’essere dell’uomo e l’essere altro, superiore e divino.

Rappresentata nelle tele in diverse forme, appare nei differenti momenti di vita quotidiana, posata su un tavolo da cucina, o racchiusa nel pugno di un uomo, fino a diventare il volto dell’uomo stesso in Autoritratto: l’artista si fonde così, anche sulla tela, con la stessa materia di cui è costituito il cielo nero, spazio profondo costellato di stelle, mosso da una curiosa ricerca aperta verso l’infinito.

Circoloquadro
Della stessa sostanza, exhibition view – courtesy Circoloquadro

E se l’indagine si approfondisce all’interno del mistero di uno spazio illimitato, la sua sostanza sembra però essere suscettibile di armonia: così nelle coperte dorate di Riccardo, le costellazioni prendono forme poetiche, quasi ordinate.

Lo sguardo passa quindi da un interesse rivolto in modo prevalente alla figura umana, centrale nel suo rapporto con il tutto, nella sua attenzione curiosa verso la conoscenza preclusa nella tensione verso il divino, a un occhio universale che si discosta dall’autoritratto per raccogliere lo spazio, nella profondità dei fori neri che rivelano e puntellano un infinito dorato, confinato nei limiti dei tagli delle coperte.

Le opere dei due artisti si pongono così in relazione, creando un respiro tra un tempo universale e il presente.

Circoloquadro
Della stessa sostanza, exhibition view (in notturna) – courtesy Circoloquadro

Il primo emerge della ricerca esistenziale, inserita nello spazio finito della personalità umana, nel ripetersi della vita quotidiana, che nelle opere di Fiorino prende le sembianze dell’artista stesso nelle sue tele. Il secondo scaturisce dalla rappresentazione priva di confini dell’oro, che risulta però calata nel tempo presente, nell’interesse al contemporaneo a cui le coperte termiche di Gusmaroli, entrate nell’occhio comune come sintomo del disagio causato da forze esterne, rimandano.

Così lo sguardo razionale si lega alla materia onirica, il particolare con l’universale, sulle pareti bianche di Circoloquadro, dove la sostanza si fa materia, diversa eppure comune.

Sara Cusaro 

ANDREA FIORINO – RICCARDO GUSMAROLI

DELLA STESSA SOSTANZA

a cura di Arianna Beretta

18 novembre 2016 – 27 gennaio 2017

CIRCOLOQUADRO – Galleria Buenos Aires, 13 –  Milano

www.circoloquadro.com

Immagine di copertina: Della stessa sostanza, exhibition view – courtesy Circoloquadro