Estate, autunno: un progetto corale che rispecchia la ciclicità del processo artistico

Quest’anno, nel mese luglio, si è svolta la quarta edizione del progetto di residenza BoCs Art a Cosenza – terminato con la collettiva A Jumi – coordinato dalla curatela corale di Irene Angenica, Giovanni Paolin e Giacomo Pigliapoco, con la selezione e partecipazione dei giovani artisti Pietro Ballero, Jacopo Belloni, Paolo Bufalini, Giovanni Chiamenti, Davide La Montagna, Nicola Lorini, Matilde Sambo, Patrizia Emma Scialpi, Davide Sgambaro, Marta Spagnoli, Gabriel Stöckli e Alberto Venturini. La breve durata dell’esperienza, sebbene sia stata proficua e comunitaria, ha spinto il team a cimentarsi in un secondo appuntamento espositivo, che porterà con sé un nuovo pubblico. Così State Of, spazio multifunzionale milanese, si apre all’Arte Contemporanea con la mostra Estate, autunno, che si declinerà anche in una serie di talks, performances e tavole rotonde e sarà fruibile dal 6 al 20 dicembre 2019. Il titolo del progetto è un esplicito rimando alla residenza cosentina ma, soprattutto, alla ciclicità del processo artistico e curatoriale. Non è un semplice cambiamento di location: questa seconda tappa costituisce una vera e propria operazione artistica.
Abbiamo dialogato con i curatori del progetto Estate, autunno per scoprire con loro basi, processo, metodo e allestimento della seconda tappa espositiva.


La mostra che realizzerete presso State Of è un’”evoluzione” della residenza svolta presso BoCs Art, terminata con la collettiva A Jumi. Cosa avete aggiunto, modificato, eliminato o semplicemente in che modo è cambiato il progetto rispetto alla prima tappa espositiva?

Irene Angenica: Più che un’evoluzione mi piace definirla un sequel, come in una serie tv, è una nuova storia ma con gli stessi personaggi. Nonostante molti dei lavori presenti in mostra siano nati da ricerche “sul campo” in territorio cosentino, si emancipano dal contesto locale per vivere una nuova vita, autonoma dalla precedente proprio perché in un contesto diverso che porta, inevitabilmente, a nuove sfide e implicazioni.

Giovanni Paolin: Le due mostre possono essere definite come produzioni distinte di un unico gruppo di lavoro affiatato. Ragionando secondo le tre macro categorie di un evento espositivo opere, pubblico e spazio con Estate, autunno presentiamo qualcosa di diverso rispetto alla nostra esperienza in Calabria. Come hai giustamente ricordato, le opere che presenteremo sono l’evoluzione delle ricerche iniziate in residenza, mentre pubblico e spazio espositivo saranno completamente nuovi. Questo secondo appuntamento ci ha regalato tempi più lunghi e una strutturazione maggiore, per cui abbiamo deciso di organizzare dei momenti di discussione su quelli che sono stati dei temi importanti affrontati durante le serate vissute insieme. Ciò che mancherà sicuramente saranno i cani randagi, i cieli stellati e gli accaldati sproloqui alcolici.

Giacomo Pigliapoco: Il progetto A Jumi era una concretizzazione visiva delle ricerche nate durante i giorni di residenza a Cosenza. Oggi, a distanza temporale, o “stagionale”, da quell’episodio prende vita e corpo Estate, autunno. Gli artisti, in questo lasso di tempo, hanno potenziato la propria ricerca che si è così condensata in qualcosa di più pratico: presenteranno dei lavori figli della progressiva sedimentazione della fase precedente. Diverso pubblico, diverso contesto ma stesso gruppo di lavoro. Torna vivo in noi l’affiatamento interpersonale instaurato in residenza.

Avete descritto il progetto cosentino come uno studio-abitazione atto al confronto tra curatori e artisti, locali e non. In che modo cercherete di tradurre questi aspetti comunitari, dinamici e di ricerca in una realtà differente, che possiede una precisa connotazione spaziale?

IA: Le attività di public program sono state pensate proprio a questo scopo. A BoCs Art ogni sera ci trovavamo in piazzetta sul lungo fiume, raccontavamo le nostre ricerche, proiettavamo video e, in modo spontaneo, nascevano dibattiti su questioni riguardanti la scena dell’arte contemporanea nazionale e internazionale: confronti, paragoni, critiche, pettegolezzi. Sarebbe un peccato perdere un aspetto così intenso di confronto e convivialità condivisa. Speriamo che anche nei talk che stiamo organizzando per Estate, autunno possa crearsi lo stesso clima.

GP: Questa è forse la sfida più grande e che, sinceramente, temo di più. Ritrovarsi a Milano e non poter lavorare tutti insieme secondo le condizioni di una residenza, difficilmente riuscirà a restituire la stessa autenticità degli aspetti comunitari che la contraddistinguono. Secondo me sono meccanismi che non possono – e nemmeno devono – essere pensati a tavolino. Confido molto nella nostra bravura durante i giorni di allestimento, unico momento in cui potremo vivere lo spazio tutti insieme: il rapporto tra curatori e artisti c’è ed è ancora molto caldo, la vera traduzione dovrà avvenire proprio nella gestione dello spazio.

GiaP: È impossibile recuperare il clima esperito in residenza in cui timori, paure, critiche e ansie erano messe a nudo tra di noi, in ogni attimo della giornata. Il dibattito tra artisti e curatori è però rimasto attivo, nonostante la distanza, alla luce dei vari incontri avvenuti nel periodo pre-mostra. Il rapporto tra il gruppo e il pubblico, invece, intende essere forte: sono stati strutturati degli incontri su diversi temi che articoleranno la mostra Estate, autunno. Un talk basato su parte delle residenze artistiche presenti in Italia, uno su alcuni dei più interessanti artist run space e ancora un altro sull’attività dei magazine online, in particolare quelli che hanno uno sguardo volto anche alle nuove generazioni.



Estate, autunno
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La curatela, sia a Cosenza sia a Milano, è corale. In occasione di BoCs Art quali sono state le dinamiche selettive dell’apparato curatoriale e artistico? Nella tappa espositiva presso State Of che ruolo giocherà la curatela?

IA: Per me è stato un nuovo esperimento di condivisione. Sono molto abituata a pensare la curatela come pratica condivisa e corale e da un anno faccio parte di un collettivo curatoriale, CampoBase. Non nego le difficoltà a entrare in dialogo con altri curatori quando non si ha alle spalle un percorso condiviso, ma le due settimane di convivenza cosentina ci hanno unito molto. Ciò nonostante credo emergano molto anche le nostre personalità singole e gli apporti individuali all’interno di questo progetto.

GP: Proprio come vogliamo suggerire grazie alla scansione temporale del titolo, Cosenza e Milano sono due momenti diversi. A Cosenza, senza considerare la selezione iniziale degli artisti invitati, abbiamo sempre cercato di lavorare insieme, assegnandoci delle aree di competenza ma rimanendo sempre tutti responsabili delle scelte, con la ferma intenzione di creare un fronte comune rispetto a spazi che proprio per la loro difficoltà ci hanno aiutato a prendere delle decisioni. Chiunque ci stia leggendo lo sa bene: lavorare in gruppo è sempre una sfida, accettata in maniera consapevole da tutti, artisti e curatori, proprio perché ognuno di noi aveva già vissuto esperienze di lavoro corali. A Irene va riconosciuto il primato da questo punto di vista mentre io mi merito una medaglia di bronzo visto che da un collettivo sono uscito anni fa.
Per quanto riguarda Milano è sufficiente elencare le premesse di mostra per capire il ruolo della curatela e dell’importanza del rapporto tra i partecipanti: Estate, autunno è una collettiva di dodici artisti, all’interno di un unico grande spazio, tutti di talento, con grande voglia di fare, in momenti diversi della loro carriera, con ricerche e utilizzi di media differenti tra loro… anche solo interpretandola come mera scelta dal punto di vista spaziale credo avrà un peso specifico importante.

GiaP: Il gruppo è rimasto lo stesso e dunque affronta le decisioni con l’atteggiamento che l’ha contraddistinto in precedenza. La precisione e la puntualità dei tre diversi sguardi si fonde in fase di studio visit e di allestimento, mutuando il supporto agli artisti il più possibile. Non proprio un’entità unica e trina bensì tre individualità perfettamente coese e allineate che viaggiano sullo stesso binario. La curatela condivisa è pratica consolidata nel mio percorso poiché ritengo molto efficace ciò che nasce dall’unione di più sguardi. La fase allestitiva sarà sicuramente la vera sfida in cui verranno valutate, di volta in volta, a seguito di un conclave curatoriale, le varie interazioni tra spazio e opera.

A cura di Arianna Cavigioli


Pietro Ballero, Jacopo Belloni, Paolo Bufalini, Giovanni Chiamenti, Davide La Montagna, Nicola Lorini, Matilde Sambo, Patrizia Emma Scialpi, Davide Sgambaro, Marta Spagnoli, Gabriel Stöckli e Alberto Venturini.

Estate, autunno

A cura di Irene Angenica, Giovanni Paolin e Giacomo Pigliapoco

06 dicembre – 20 dicembre 2019

State Of – Via Seneca, 4 – Milano

Instagram: stateof_____


Caption

BoCs Art Cosenza, luglio 2019 – Courtesy BoCs Art

Estate, autunno – Courtesy State Of

BoCs Art Cosenza, luglio 2019 – Courtesy BoCs Art