il calcio, la chiesa ed Enzo Umbaca

Giovedì, si giovedì! Inaugura Ciocca, mi devo vedere con i Wurmkos all’inaugurazione, ci sarà anche Gianni Romano, così lo saluto. Nella Milano del ballottaggio inizia a piovere a sassate. Volevo prendere la bici, vabbè vado a piedi con l’ombrello, smetterà, ormai fa così qui, dalle 17 alle 19 pioggia, poi pian piano scema. London style. Noto che ho un look da mod, specchiandomi nelle vetrine dei negozi, faccio pure delle facce da modello e le commesse mi scambiano per deficiente.

Dadaumba. Lo continuo a ripetere mentre cammino e poi lo intono con la canzone Spirits dei The Stumbellas. Questo singolo non me lo levo più dalla testa! Comunque, l’unica che si intona, è quella delle Gemelle Kessler: Dadaumpa.

Passo dall’amico Alberto, che sta chiudendo la galleria, e ci avviamo in via Lecco da Ciocca Arte Contemporanea.

Enzo Umbaca l’ho conosciuto in Triennale ieri, ci conoscevamo già, ma entrambi non ricordiamo dove ci fossimo visti, vabbè è così nell’arte, ti vedi, ti perdi, ti ritrovi, ti ami, ti odi, ciao.

Umbaca
Courtesy Enzo Umbaca e Ciocca Arte Contemporanea

Appena entro mi colpisce un lavoro su carta intelata in fondo alla stanza. Parto da li poi ricomincio dall’inizio.

Il titolo della mostra è un gioco di parole tra il movimento Dada, che quest’anno compie cento anni, il singolo delle Gemelle Kessler, simbolo degli anni sessanta e periodo di nascita dell’artista, ed il suo cognome.

Il calcio è l’indagine portante che congiunge le opere nello spazio. L’architettura del campo da gioco è particolarmente studiata, ed è un rimando  all’infanzia di Umbaca che, da ragazzino appassionato per il gioco del calcio, attese invano la realizzazione di un campetto nel suo paese calabrese.

L’impianto del campo da calcio ha per l’artista una forte connessione con la chiesa; focalizzandosi sempre su una metà del terreno di gioco, la connessione tra l’area della porta e l’altare delle chiese rinascimentali è fondamentale.

L’altare e la porta, ambedue zone sacre, sono zone di tensione: l’una nel contatto con Dio, l’altra col portiere attento a non far oltrepassare la linea di confine.

Il gioco del calcio è uno sport che assume quello spirito di collettività ed unione sociale che ritroviamo nella Chiesa, all’interno degli oratori dove si ricongiunge il suo popolo. Questa è sicuramente la qualità che avvicina entrambi gli ambiti, comunque l’uno inglobato nell’altro dato che all’oratorio si gioca sempre a calcio e molti preti sono degli ottimi centravanti.

<<Se per Duchamp la scacchiera era affascinante non solo perché ha a che fare con la “materia grigia”, ma anche per la sua assenza di destinazione sociale, nel mio caso, al contrario, il tavolo da calcio ha una dimensione sociale ineliminabile, analoga a quella dei neuroni specchio, che produce empatia e molteplicità>>.

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Courtesy Enzo Umbaca e Ciocca Arte Contemporanea

Dichiarando la sua differenza d’azione nei confronti del gioco, rispetto al grande maestro francese, citandolo e digerendolo, Enzo Umbaca sottolinea avvenimenti, aggregazioni, e periodi neri della storia del calcio assimilandolo a una cattedrale cristiana dove un tempo, all’esterno e all’interno di essa, sembrava di trovarsi in una piazza sociale e si condivideva la gioia e il dolore della preghiera, in un grande eco cittadino, proprio come una partita di calcio allo stadio.

 

Michael Rotondi

 

ENZO UMBACA

DADAUMBA

9 giugno – 23 settembre 2016

CIOCCA ARTE CONTEMPORANEA – Via Lecco 15 – Milano

dal lunedì al venerdì dalle 14:30 alle 18:30 o su appuntamento

www.rossanaciocca.it