Diving Into Poetry | Calori & Maillard

“[…] Una roccia si rivela sacra perché la sua stessa esistenza è una ierofania: incomprimibile, invulnerabile, essa è ciò che l’uomo non è; essa resiste al tempo, la sua realtà si riveste di perennità. Una pietra delle più comuni sarà promossa preziosa cioè impregnata di una forza magica o religiosa, solamente in virtù della sua forma simbolica o della sua origine: « pietra di fulmine » che si suppone caduta dal cielo, «perla » poiché viene dal fondo dell’oceano. Altre pietre diventeranno sacre perché considerate dimora delle anime degli antenati” Il mito dell’eterno ritorno, Mircea Eliade.

Permeabile di queste valenze è la linea di costa rocciosa della zona di Roca Vecchia – rilevante sito archeologico del basso litorale adriatico che si ritrova nelle fotografie di Diving Into Poetry, progetto di Calori & Maillard fruibile fino al 22 agosto presso Studioconcreto a Lecce – come permeabile è la materia argillosa e caduca di cui è composta. La roccia stratificata dai sedimenti calcarei, che restituiscono alla vista porzioni di tempo intercorso in termini di striature cromatiche differenti, emerge dall’acqua come entità ultraterrena e tuttavia sottoposta alla mutazione, o, meglio ancora, alla sottrazione. Il crollo del tetto della grotta carsica ha generato una vasca naturale, conosciuta come “Poesia” – Posìa in greco significa “bevuta d’acqua dolce”- i cui lembi, simili a quelli di un cratere, continuano a sprofondare per la sollecitazione erosiva atmosferica, modificandone costantemente la morfologia.

Diving Into Poetry si inserisce all’interno della rassegna curata da Studioconcreto Scuola popolare, performance di parola tra gesto e architettura, porta allo sguardo un linguaggio corporeo- antropico e ambientale segnato dal senso della mutevolezza che connette profondamente vicende naturali e umane. La caduta diventa narrazione, mezzo espressivo e fine a cui è volta la composizione e la ricerca visiva che abita le tre fotografie allestite nello spazio espositivo. È quella gravitazionale dei corpi dei tuffatori e quella morfologica della falesia immerse in una dialettica inscindibile tra parti che sprofondano declinando. Ogni elemento comunica con un altro, o lo richiama per dettagli rilevanti: come lo slancio del tuffo, dalla scogliera verso l’acqua, e la sua risalita costituiscono una narrazione immaginifica circolare, così appare perfettamente circolare anche la vasca naturale creatasi a seguito di un crollo, appunto, rassomigliando a un grande occhio spalancato o a un’area concentrica.



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All’interno di questo bacino sembra annidarsi una ucronica e ineludibile attrattiva per i corpi umani che spiccano il volo in tuffi virtuosi, e per la massa rocciosa che va disfacendo nel tempo la sua materia. Una gravitazione magnetica che dissolve i corpi per poi restituirli a una sempre nuova risalita. Per questo il tuffo, insieme con il corpo minerale della costa ritratta nelle foto, diventano paradigmi di discesa e oblio all’interno di una ciclicità universale che si riconnette alla risalita e alla memoria. Come memoria primordiale sembra esserci nel tuffo, gesto abile ad attualizzare ritualità di iniziazione o di passaggio archetipiche, e nella relazione temporale tra i corpi in sospensione e torsione muscolare e i colori stratigrafici della materia rocciosa. È infatti al calare del corpo celeste solare, a ridosso del tramonto, che le foto hanno fissato, tra le ombre e i colori rarefatti, la percezione stratigrafica della mutazione terrestre e antropica, restituendo la memoria del luogo alla vista e la percezione di una vulnerabilità ciclica- vitale alla coscienza.

Se nella ripetizione di discese e ascese si annida un ritmo narrativo condiviso da uomo e natura, anche nella ripetizione cosciente del gesto, il tuffo nella fattispecie, si sedimenta l’esperienza di un passaggio ad altra dimensione. Abile a superare il possibile e il reale, il passaggio si compie nell’istante in cui il corpo si stacca dal suolo per elevarsi rapido e verticale, anelando discesa e agglutinazione.
Così, l’installazione di un calco di vetro soffiato, apposto sopra un cumulo di ghiaia nello spazio espositivo, elemento instabile nel suo franare e scomporsi costante, reca impressa la memoria di quell’istante in cui lo slancio aereo distacca il corpo da terra, nella ripetizione cosciente del gesto paradigmatico del tuffo.

In questo solco circolare, speculare alla perimetrazione della grotta scoperchiata, ormai vasca naturale, si dissolve anche il linguaggio, compiendo la metamorfosi simbiotica tra ontologia arcaica e naturale, sprofondando la coscienza all’idea di risalita molto prossima a quella di rigenerazione.

Contestuale alla mostra la pubblicazione di Diving Into Poetry, in 30 copie, diversificate, per ogni decina, nella struttura testuale e recanti altri scatti realizzati, non presenti all’interno dello spazio espositivo.

Lara Gigante


Calori & Maillard

Diving into poetry

Studioconcreto – Via F. Ribezzo 5/3 – Lecce

22 maggio – 22 agosto 2021

www.studioconcreto.net

Instagram: studio.concreto


Caption

Diving Into Poetry – Exhibition view, Studioconcreto, 2021 – Courtesy Studioconcreto

Diving Into Poetry – Exhibition view, Studioconcreto, 2021 – Courtesy Studioconcreto

Diving Into Poetry – Exhibition view, Studioconcreto, 2021 – Courtesy Studioconcreto

Diving Into Poetry – Pubblicazione in 30 copie, 2021 – Courtesy Studioconcreto