Cultura e percezione. David Casini nel cuore di Milano

Tutta le storia dell’arte si basa su un ossimoro. La percezione di ciò che ci circonda vive nella sua doppia natura di “realtà virtuale”. In buona parte delle opere rinascimentali esiste un solo punto di fuga, secondo cui organizzare una visione che risulta molto lontana da ciò che è effettivamente esperibile con due occhi. Non si propone un’immagine “oggettiva” del mondo ma una rappresentazione astraente e concettualizzante. Ma siamo solo all’inizio. Con la mostra Madonna Casini, realizzata a cura di Andrea Lacarpia presso l’interessantissimo spazio milanese di Edicola Radetzky, David Casini fa esplodere il dipinto di Masaccio conservando, sotto forma di scultura, solo alcune componenti dello stesso. L’attenzione si focalizza sulla mano della Vergine, sul gesto che conferisce alla piccola tavola il nome con cui comunemente viene riconosciuta: “Madonna del solletico”. Attraverso un attualissimo processo di riappropriazione della storia dell’arte e delle proprie origini, l’artista toscano si avvicina alle più recenti teorie che considerano la percezione una simulazione ricostruttiva generata dal cervello, attraverso delle interazioni tra noi e l’ambiente materiale che ci circonda, influenzata dalle nostre esperienze precedenti e dalle nostre conoscenze. Un atto culturale, determinato dalla nostra genetica e dalla nostra storia, che unisce sogni e componenti caratterizzanti.

David Casini
Madonna Casini (particolare) – courtesy Edicola Radetzky

Come nel famoso gioco in scatola, possiamo riconoscere un essere umano da alcuni oggetti o tratti somatici peculiari. Di alcune persone possiamo non ricordare molte cose, al nostro cervello bastano pochi dettagli per creare un’immagine, sarebbe memoria sprecata e un brusco rallentamento nella velocità del nostro “sistema operativo” immagazzinare tutto.
Nell’opera realizzata appositamente per lo spazio recuperato sulle sponde della Darsena, le parti riprese dal dipinto conservato agli Uffizi, perdono ogni componente di calda manualità attraverso un fare artigianale che nasconde la sua sapiente arte restituendoci preziose rarità da Wunderkammer. Gli oggetti che lentamente si muovono, azionati da un meccanismo posto alla sommità da cui scendono, non limitano l’opera alla sola fase di fruizione ma aprono alla ricerca concettuale sviluppata dall’artista. Nato nel 1973 a Montevarchi e oggi residente e attivo nella città di Bologna, David Casini è uno degli operatori estetici più interessanti della sua generazione. In bilico fra annullamento dell’immagine e rinascita della rappresentazione, la sua ricerca lo ha condotto verso l’utilizzo di materiali “preziosi” realizzati con un fare estremamente elegante, verso un tempo sospeso e una metafisica di marmi e cristalli che abbandona il reale contingente per esplorare mondi seducenti e freddi.

David Casini
Madonna Casini (particolare) – courtesy Edicola Radetzky, ph Maurangelo Quagliarella

Cresciuto negli anni Novanta e pienamente inserito nell’universo degli Eraser, la sua volontà espressiva lo conduce a una recente produzione estetica che si fonda su un recupero della storia dell’arte che fugge dalle grinfie della società della creatività diffusa, da un quotidiano che brucia, sovraesponendole, ogni tipo di immagine. Pochi tratti, dalla fattura luccicante e preziosa, pongono l’attenzione sul vero valore del dipinto citato, in una divertente omonimia che fa tutto oscillare fra presente e passato.

Marco Roberto Marelli

 

DAVID CASINI

MADONNA CASINI

A cura di Andrea Lacarpia

20 aprile – 12 maggio 2017 (visibile tutti i giorni 24 ore su 24)

EDICOLA RADETZKY – viale Gorizia (Darsena) – Milano

www.edicolaradetzky.it

Immagine di copertina: Madonna Casini – exhibition view – courtesy Edicola Radetzky, ph Maurangelo Quagliarella