Il profumo della fuga riempie i polmoni, si prova una certo malessere varcata la soglia. La stanza è candida e spoglia, una porta bianca si mimetizza con le pareti di una struttura a metà strada fra laboratorio scientifico e deposito abbandonato. Il pavimento scuro, quasi nero, impone un contrasto sporco. Sparsi a mucchi, resti di mele esplose, schiacciate da una forza sovrumana. Poco altro nella stanza deserta, un bastone nero appoggiato alla parte, una protesi abbandonata e, a un secondo sguardo attento, due nidi di vespe sospesi nell’aria, quasi assenti.
Dalla luna ai piedi è una mostra complessa, serve il giusto tempo per comprenderla ed entrare in sintonia estetica e culturale con essa. Organizzata da DoppioMisto, in collaborazione e negli spazi del project space milanese Current, racconta una storia ibrida e pericolosa ideata dagli artisti Giovanni Oberti e Andrea Zucconi. Invitati a realizzare un momento espositivo senza alcuna imposizione curatoriale, i due operatori estetici hanno deciso di realizzare una grande ambiente narrante, di presentare al fruitore un Prometeo post-moderno, uno spazio incompleto in cui si muove una potente forza che rimbalza plastica tra il desiderio di ritorno alla natura e spinte emancipanti che conducono verso la fuga da ciò che è destinato al marciume e al divenire.

Ad Andrea Zucchini (Brescia, 1987) spetta la natura antropomorfa del romanzo ridotto a una sola immagine da invadere e fruire con tutti i nostri sensi. Piedi freddi propone due grandi sagome di piedi realizzate con resina e schiuma a espansione. Due grosse impronte lasciano immaginare le dimensioni e la potenza della mostruosa scimmia nuda che fino a pochi istanti fa era nella stanza. Untitled è una protesi in resina eretta a dimensione scultore, stele arcaica innalzata da un basamento in allumino, sostegno sulla quale riposa in attesa di futuri utilizzi, parte mancante o forse dimenticata di un copro potenziato dalla tecnologia.
Senza titolo (Oggetti dipinti) sosta nel fondo della stanza. Un lungo e grosso bastone ricoperto da grafite conduce in un mondo vegetale modificato. Giovanni Oberti (Bergamo, 1982) propone una protesi pronta in natura, uno strumento utile a facilitare il nostro cammino. Non tutta la tecnologia deve essere avveniristica e scintillante, da sempre l’uomo ha trasformato l’ambiente per rendere la vita più comoda e semplice, per raggiungere traguardi fuori dalla portata dei nostri limiti biologici. Il primato non spetta però ai nostri simili, sospesi nel vuoto Gea (la sensazione che si prova guardando il cielo buio, su una canoa, in mezzo al mare) e Gea (Quel freddo buio e senza venti) mostrano una costruzione per noi banale e comune che, se osservata con la dovuta attenzione, ci lascia a bocca aperta. Le opere sono realizzate da un insetto dalle doti ingegneristiche strabilianti e innate, un piccola vespa può realizzare dei nidi molto efficienti e geometricamente perfetti.

Dalla luna ai piedi traccia un percorso, una strada che dal cielo ci conduce alla terra, che racconta le spinte contrapposte che vivono in ognuno di voi. La mostra è un grande inno all’essere umano, a quell’uomo che conquista la luna ma sa essere poca cosa di fonte alla natura, alle competenze tecniche acquisite per caso da un universo naturalmente tecnologico che si aggiorna costantemente da miliardi di anni.
Marco Roberto Marelli
GIOVANNI OBERTI – ANDREA ZUCCHINI
DALLA LUNA AI PIEDI
Organizzata da DoppioMisto @ Current
18 maggio – 10 giugno 2018
CURRENT – Via Sant’Agnese, 12 – Milano
Immagine di copertina: Dalla luna ai piedi – Exhibition view, Current, Milano, 2018 – Courtesy Current, ph Floriana Giacinti.