Chiudi gli occhi.
Immagina un bosco durante una leggera pioggia estiva.
Ascolta il silenzio che lo circonda e lasciati andare alla calma e alla tranquillità che emana.
Abbandona le difese e l’orientamento.
Queste sono le sensazioni che si possono percepire visitando l’installazione sonora dell’artista giapponese Nelo Akamatsu, presentata a Il Salotto della Blue Project Foundation a Barcellona.
Tra le grigie pareti della fondazione, al posto di tortuosi alberi e folte chiome, si presentano una moltitudine di piccole mensole sulle quali poggiano altrettanti bicchieri, di differenti forme e dimensioni, riempiti per metà da acqua cristallina e sulla quale galleggiano pungenti aghi da cucito. Gli aghi, magnetizzati, sono collegati tra loro da sottili fili di rame e ricevono impulsi elettrici che li muovono verso una direzione nord-sud. Il lieve movimento provoca un tintinnio che risuona in tutto lo spazio espositivo. L’artista crea, con un gesto minimalista, uno spazio che ci ricorda l’ambiente naturale, obbligandoci a potenziare i nostri sensi verso i perimetri di quello spazio e contemporaneamente rivolgere l’esplorazione al nostro interno, al nostro sensibile.

Il titolo dell’opera, Chijikinkutsu, è la fusione di due parole giapponesi: chijiki, che significa per l’appunto geomagnetismo, facendo riferimento proprio alle proprietà magnetiche terrestri che sempre sono esistite e che hanno condizionato i cambiamenti del Pianeta, nonostante l’uomo non possa percepirle direttamente con i propri sensi; e suikinkutsu, un elemento presente nel giardino tradizionale giapponese, nel quale il suono delle gocce d’acqua risveglia la sensibilità verso la naturalezza nel suo significato più delicato.
“Mentre lavoravo a questa opera, visitai il mio tempio favorito, in un’isolata montagna a Kiote. In un piccolo angolo di questo giardino c’era un suikinkutsu. Quando ascoltai attentamente il profondo suono proveniente dalla terra, mi accorsi che il mio lavoro casualmente presentava delle similitudini sonore. Prendere coscienza di questo, mi aiutò a definirne il concetto”.
L’installazione Chijikinkutsu è stata premiata con il Golden Nica al Digital Music and Sound Art, nel 2015 e si presenta per la prima volta in Spagna in tale dimensione ed estetica. L’opera diventa inoltre cornice di un più ampio progetto: Abaton, curato da Renato Dalla Poeta, Pedro Torres e Cristina López. Il ciclo si sviluppa sull’idea di luoghi immaginari tanto da prendere in prestito il titolo da una delle città descritte nel libro Guida dei luoghi immaginari di Alberto Manguel e Gianni Guadalupi.

“ABATON: Città dalla locazione variabile. Benché non inaccessibile, nessuno l’ha mai raggiunta, e si dice che i viaggiatori diretti ad Abaton abbiano vagato molti anni senza riuscire a vederla nemmeno di sfuggita. Alcuni comunque, l’hanno scorta delinearsi lieve all’orizzonte, verso l’imbrunire, e mentre a taluno questa vista ha causato grande allegria, altri ne hanno provato una terribile tristezza, senza un preciso motivo”.
La referenza ad Abaton, come luogo visitabile ma irraggiungibile, è il pretesto per comporre una riflessione che possa ampliarsi al senso del vivere o dall’abitare, allo stare connessi a un spazio e all’andare più in là di quello che percepiamo.
Su tale concetto si sono susseguiti diversi incontri, tra performance e proiezioni video, che hanno trasformato l’incantevole installazione di Akamatsu in una vera e propria cassa di risonanza per altre forme d’arte, ampliandone il profondo significato.
Marco Tondello
NELO AKAMATSU
CHIJIKINKUTSU
04 maggio – 03 giugno 2018
BLUE PROJECT FOUNDATION – Carrer de la Princesa, 57 – Barcellona (Spain)
Immagine di copertina: Chijikinkutsu – Installation view, Blue Project Foundation, 2018 – Courtesy Blue Project Foundation, ph Nelo Akamatsu.