A poco più di due anni di distanza, Alberto Di Fabio torna a far esplodere e affascinare le pareti della galleria Luca Tommasi Arte Contemporanea con un recentissimo ciclo di lavori che sublimano e rilanciano il suo profondo discorso poetico. Fino al 19 novembre, gli spazi di via Tadino quindici ospiteranno la mostra personale Aura, magistralmente curata da Stefano Castelli, il cui testo, edito nel catalogo Silvana Editoriale, da un’originale e approfondita lettura, a tratti quasi semiotica, del lavoro dell’artista abruzzese. Fra tele libere di grande formato e opere più contenute, valorizzate in eleganti cornici bianche, la mostra si caratterizza per un’omogeneità cromatica che, variando dalle tonalità del blu a quelle dell’oro, produce una coinvolgente sensazione spaziale.
Artista di fama internazionale, Alberto Di Fabio nasce nel 1966 ad Avezzano e sviluppa il suo percorso di studi fra l’Accademia di Incisone di Urbino e l’Accademia delle Belle Arti di Roma, che frequenta fino al 1988. Cresciuto a stretto contatto con due giganti dell’arte quali Cy Twombly e Alighiero Boetti il suo fare artistico si concentra, fin dalle prime prove, su una pittura dai colori fosforescenti, su una natura esaltata più che rappresentata, proponendo una cifra stilistica che si avvicina a quell’etichetta Biopop sotto la quale sono racchiusi alcuni artisti della sua generazione fra i quali Pipilotti Rist e Mariko Mori.

Nella mostra milanese mondi siderali e intricate reti neurali non sono più proposti con un fare dettagliatissimo, ogni rischio di decorativismo è superato in nuove tele dalle quali emerge, o meglio appare, una materia soffice che si proietta verso lo spazio circostante, quasi materializzazione di quell’aura, di quell’alone luminoso cui allude il titolo dell’esposizione. Lo zoom che dirige verso macro e micro cosmi è ora stretto nelle mani dell’uomo, di quell’essere umano che si trova esso stesso al centro di una continua lotta fra pensiero razionale e istinto, fra volontà di omologazione e disperato atto di rivolta. Un essere umano che non può restare confinato nel proprio corpo ma che cerca il suo ossigeno dell’anima oscillando fra scienza, filosofia e religione.
Partendo da un’opera in mostra quale Corpo aureo, corpo aurico del 2016 possiamo vedere come i due macro cicli, sui quali si sviluppa il percorso estetico di Albero Di Fabio, trovano un momento di sintesi e superamento. Sulla tela scienza e vita si fondono in un’immagine in bilico fra un girasole universale e la rappresentazione di una forza elettrica, un universo unificante e unificato dove il colore oro invade la tela proponendo un’ulteriore collegamento con il mondo apparentemente privo di vita dei metalli.

Creazioni dove la distinzione fra organico e inorganico perde significato sono quelle presentate dall’artista abruzzese, il quale propone una profonda volontà di sintesi, che non teme di produrre un rinnovamento in una tecnica pittorica che si apre a nuovi spessori di materia. In questo inizio di autunno Di Fabio si fa tramite di un profondo pensiero che racconta come chimica, fisica, uomo e sfera vegetale sono solo manifestazioni differenti di un grande universo dove tutto vive in armonia, un paradiso luminoso che ognuno di noi può scoprire partendo dalla propria interiorità, trascendendo il proprio egoismo, per aprirsi al gioioso tutto.
Marco Roberto Marelli
ALBERTO DI FABIO
AURA
22 settembre – 19 novembre 2016
a cura di Stefano Castelli
GALLERIA LUCA TOMMASI ARTE CONTEMPORANEA – Via Tadino, 15 – Milano.