Arte condivisa: Mélodie Mousset fra Torino e l’infinito.

Ramona Ponzini, Matteo Mottin e Sandro Mori; senza alcuna retorica è possibile partire da questi tre nomi per dare concretezza a quel concetto “eccellenza italiana” troppo spesso citato in maniera astratta. Fondatori dell’art project Treti Galaxie, hanno saputo dare concretezza e sostenibilità economica alla loro volontà di diffondere l’arte contemporanea a più persone possibili.

Il terreno di prova era il più difficile, il panorama quello della più interessante ricerca estetica a livello internazionale. Con tutte le sue difficoltà, Torino è il luogo adatto per far emergere le idee migliori, quelle che non consolidano valori assodati (come spesso accade nella più ricca e organizzata Milano) ma costruiscono il futuro.

Lontano dalla Mole già conquistata, fra le Arcate dell’Ex-MOI HanaHana: Full Bloom – a VR Experience è stato accolto dal pubblico e dalla critica come il momento più emozionante e riuscito dell’intera settimana dell’arte piemontese. Prima prova personale in Italia dell’artista francese Mélodie Mousset (Abu Dhabi, 1981 – vive e lavora a Zurigo), realizzata in sinergia con Dear Onlus, la mostra coinvolge l’ambiente post apocalittico che la circonda, riunisce in un solo luogo elementi chiave, modalità indispensabili attraverso cui fare cultura oggi.

HanaHana non è un opera realizzata per l’occasione, non segue il modello – oggi molto logoro – delle realizzazioni site-specific. HanaHana è un idea in fase di sviluppo nata nel 2016 da un’esigenza personale, un caso contingente che porta all’indagine del corpo, che si muove fra l’aleatorietà del reale e la concretezza del virtuale. Un corpo che si genera, che indaga il mondo; delle mani che si fanno strumento primo di relazione con se e l’altro, che non divengono limite; la cute non esiste, l’osmosi fra creatura e creatore scompare, si fa diffusa.

Molte le mani che creano, molte le possibilità concesse. Senza alcun perbenismo o finalità promozionale, Mélodie Mousset realizza la sua prova torinese in collaborazione con i ragazzi ospedalizzati nel reparto di Oncoematologia Pediatrica dell’Ospedale Regina Margherita di Torino. L’arte contemporanea si fa pubblica, popolare, del popolo – si sarebbe detto molti anni fa. Non più “artisti” ma professionisti attivi nell’ambito dell’arte, del design, della pedagogia, della psicologia e dell’antropologia, molte differenti menti coinvolte in un progetto che diviene anche motivo di sollievo, di cura e di orgoglio per chi è costretto in un letto di ospedale. Non solo complesse conoscenze, la cultura accademica al servizio della società, la cultura come strumento per coinvolgere e togliere limiti.



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HanaHana concretizza il principio utopico racchiuso nel termine “uguaglianza”; indossato il visore per la realtà virtuale, ogni spettatore entra all’interno di un contesto più grande di lui, non è più fruitore che crea l’opera ma persona che prende consapevolezza di un processo e di molteplici e differenti necessità.

L’idea iniziale è semplice, abbattere le barriere, eliminare fisicamente il limite tra interno ed esterno dell’ospedale. Mélodie, donna prima di tutto, corpo agente nel mondo, chiede aiuto e collaborazione, dona se stessa per farsi strumento di relazione e condivisione. L’artista attiva una zona di Torino dai gloriosi passati, inserisce un mondo virtuale in un contesto fisico che non appare reale. Il paesaggio è meraviglioso, diverso forse, ma epico ed emozionante. Non è il fascino della rovina ma la bellezza nonostante tutto a muovere i sensi.

Luogo e progetto espositivo si trovano, la scelta non premia nessuno dei due; non un progetto pensato per un determinato spazio ma una condivisione di piani di percezione. Il virtuale che si fa reale, il cemento che esplode in arcate infinite, che diviene vivo e resiste, evolve verso un nuovo principio estetico. In un’epoca che ha legato al mercato finanziario feroce l’ormai vecchio White Cube, storicizzato l’Arte relazionale e che segue pratiche legate all’Arte Povera spacciandole per attuali, in un mondo irreale la scelta di Treti Galaxi è quella di generare un meccanismo che potrebbe essere altrove, un dialogo che non produce solo una relazione ma che costruisce un processo estetico plurimo e indipendente, un fare che diviene sociale occupando media autistici, restando in bilico fra egoismo e condivisione.

Marco Roberto Marelli


Mélodie Mousset

HanaHana: Full Bloom – a VR Experience

a cura di Treti Galaxie

26 ottobre – 15 novembre  2018

Arcate dell’Ex-MOI – via Giordano Bruno 181, Torino

www.tretigalaxie.com


Caption

Mélodie Mousset, HanaHana Full Bloom, 2018 – Installation view, Ex-MOI Arcades, Torino – Courtesy of Dear Onlus and Treti Galaxie. Ph Marco Cappelletti and Delfino Sisto Legnani

HanaHana Full Bloom, 2018 – Documentation of the workshops in the Regina Margherita Hospital, Torino – Courtesy of Dear Onlus and Treti Galaxie. Ph Marco Cappelletti and Delfino Sisto Legnani